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Dr. Mario Nicolosi Specialista in Ortopedia e Traumatologia Specialista in Fisiatria



Il catetere a permanenza nel trattamento delle capsuliti adesive della spalla

( tecnica originale del dr. Nicolosi )

Numerosi sono i metodi descritti in letteratura per il trattamento della capsulite adesiva della spalla: si va, per citare i più comuni, dalla fisiokinesiterapia alla distensione articolare artrografica, alle manipolazioni, via via sin all'intervento chirurgico. Ognuno di questi metodi presenta naturalmente aspetti sia positivi che negativi: ma tutti hanno un grande comune ostacolo da superare rappresentato dal circolo vizioso dolore-ipomobilità. Questo circolo vizioso è quello che, ormai è quasi universalmete accettato, inizialmente provoca e successivamente sostiene la sindrome algodistrofica.

I motivi scatenanti sono diversissimi e possono risiedere sia nella stessa articolazione (borsiti, artrosi, lesioni della cuffia), sia lontano da questa (cardiopatie, fratture di Colles, cervicobrachialgie e altro). Queste patologie, per lo più clinicamente scomparse quando il paziente giunge all'osservazione dello specialista, costringendo l'arto superiore all'immobilità antalgica, provocano un accorciamento e un ispessimento capsulare con riduzione del volume articolare e, conseguentemente, del movimento.

I gradi di movimento guadagnati con fatica durante le sedute di kinesiterapia vengono, nella stragrande maggioranza dei casi, successivamente perduti perchè il dolore, risvegliato dagli stessi esercizi praticati, costringe i pazienti a mantenere l'arto fermo vicino al tronco.

Scopo della nostra metodica è quello di interrompere questo circolo vizioso ponendo la spalla in analgesia.

La metodica consiste nell'introduzione, nella articolazione scapolo-omerale, di un catetere che viene lasciato in situ per circa 2 settimane e attraverso il quale pratichiamo 3 rifornimenti quotidiani di anestetico.

Il catetere, fornito di filtro antibatterico, viene introdotto attraverso un ago da 16 G.

L'anestetico usato è marcaina diluita al 2%.

Subito il paziente inizia il ciclo di kinesiterapia assistita e viene invitato a ripetere autonomamente, durante l'arco della giornata, gli stessi esercizi che ha appreso. Gli vengono messe a disposizione in camera le stesse attrezzature che ha adoperato nel reparto di fisiatria.

Rimosso il catetere dopo 2 settimane, il paziente viene dimesso e continua ambulatoriamente, il ciclo di kinesi.

Questa metodica riesce a interrompere il circolo vizioso dolore, ipomobilità consentendo al paziente non solo di praticare senza ostacoli la kinesiterapia ma anche di usare senza paura e senza dolore l'arto durante la giornata permettendogli di non perdere i risultati ottenuti in palestra e anzi di migliorarli ulteriormente.

Questo tipo di trattamento ha il vantaggio di essere poco invasivo e di giungere alla guarigione in breve tempo. Già durante il periodo di ricovero, nella maggior parte dei casi si raggiunge il 70-90 % del risultato definitivo : ci sembra quindi più proficuo rispetto alla metodica di distensione articolare per via artrografica che, secondo i dati della letteratura, ripristina la motilità della spalla solo dopo parecchi mesi. Nei confronti poi degli interventi chirurgici, anche se eseguiti in artroscopia, non presenta la necessità di eseguire anestesia e di non creare delle eventuali lassità articolari.